JappoAnime - Terza puntata: Death Note


Oggi, per il terzo appuntamento con la rubrica JappoAnime, vorrei parlare di uno degli anime più belli degli ultimi vent'anni, unico nel suo genere: il suo titolo è Death Note. Serie anime trasmessa per la prima volta in Giappone nel 2006, Death Note è tratto dal manga omonimo scritto da Tsugumi Ohba e disengato da Takeshi Obata.

Lo studente Raito "Light" Yagami è un ragazzo dotato di una straordinaria intelligenza e con una vita apparentemente tutta in discesa. Bello, di buona famiglia e corteggiato dalle ragazze, è comunque una persona estremamente infelice: ogni volta che osserva il mondo che lo circonda lo trova corrotto e ingiusto. Un giorno trova nel cortile della scuola un quaderno dal nome Death Note. Presto scoprirà che quello è un libro appartenente allo shinigami Ryuk e, in quanto tale, uno strumento importantissimo per un dio della morte: infatti scrivendoci sopra il nome di un essere umano, questo muore.
Ben presto Light inizierà ad utilizzare il death note come strumento per mettere ordine nell'ingiusta realtà che lo circonda. Sulla sua strada però si ritroverà la polizia di tutto il mondo e L, il formidabile investigatore.


Il mondo descritto in Death Note è sull'orlo del baratro, un mondo sporco, cattivo e senza giustizia, in cui i malvagi e i corrotti spadroneggiano sfuggendo ad una polizia impotente. O almeno, è così che lo vede Light Yagami, un ragazzo troppo intelligente, esasperato dal logorio del ciclo quotidiano che lo pone di fronte a sfide troppo semplici da superare e a un dilemma morale che non lo fa vacillare nemmeno per un secondo: servirebbe qualcuno o qualcosa che faccia pulizia. Un secondo diluvio universale, insomma, una forza più grande che con mano ferma spazzi via il marcio che ci circonda.

Quel qualcosa è subito rappresentato dal death note, il quaderno della morte, uno strumento potentissimo appartenente ad un dio (della morte, appunto), lo shinigami Ryuk. Ryuk non è molto diverso da Light: anche lui vive in un mondo desolato e privo di vita, un mondo noioso dove non accade mai nulla e dove gli altri shinigami si accontentano di oziare in attesa che un nuovo essere umano concluda il proprio ciclo vitale. 
Proprio per questo, un giorno, decide di far cadere il suo death note sulla terra. Ryuk infatti sarà costretto a seguire il quaderno per tutta la sua permanenza sul nostro pianeta, fino a quando l'essere umano che l'avrà raccolto non deciderà di rinunciare a lui o le pagine del quaderno stesso non saranno finite. Un diversivo, insomma, per sfuggire alla lento - soprattutto per un immortale - logorio della routine.

Sin dai primi episodi dell'anime, insomma, viene rivelata la psicologia dei due personaggi: Light è un essere umano con tra le mani uno strumento divino, Ryuk un essere divino in un mondo che non è il suo e che lui osserva con divertito distacco. Il quaderno si pone tra i due, legandoli e confondendoli. Se lo shinigami infatti si avvicina ad una condizione più umana attraverso la scoperta dei piaceri (seguire le avventure di Light per lui è un divertente gioco) e dei sapori (le mele, da lui tanto amate), il ragazzo si avvierà verso un piano esistenziale differente, in cui non deve convivere con i consueti precetti morali e dove la parola giustizia acquisisce un significato diverso da quello comune. Assumerà quindi il soprannome di Kira (killer in giapponese) divenendo metaforicamente il dio della nuova società che ha intenzione di costruire, priva di malvagità e, soprattutto, di malvagi.

In questo senso però l'anime è ambiguo: non si capisce mai se sia il death note ad influenzare la mente del giovane, se quest'ultimo si ritrovi imprigionato in un delirio di onnipotenza o se il quaderno metta in luce la vera identità morale del personaggio. Un personaggio quasi inarrestabile, tra l'altro, se non fosse per alcuni limiti che proprio la sua condizione di essere umano gli pone e che verranno sfruttati da colui che gli si porrà contro: L.

L è l'antagonista dell'anime, cosa che in un certo senso fa sorridere, visto che il protagonista è apparentemente un personaggio negativo. Dico apparentemente perchè in Death Note i principi di bene e male si confondono continuamente, rendendo persino difficile patteggiare per una fazione o per l'altra: da un lato Kira e i suoi seguaci, dall'altro Elle e i suoi sostenitori. 
Anche Elle, tra l'altro, è un personaggio ambiguo: votato totalmente alla giustizia, è pronto ad affermarla di fronte la brutalità dell'omicidio a qualunque costo. Ma, proprio perchè il fine giustifica i mezzi, i suoi metodi si rivelano a volte moralmente inaccettabili, proprio come quelli di Kira. La differenza tra i due però è palese: mentre Light crede di essere la giustizia e quindi un dio non soggetto a questa, Elle si ritiene uno strumento importante non in quanto tale ma per il fine stesso a cui è posto.

Non per questo Elle è meno egocentrico del suo antagonista: dotato di un'intelligenza superiore, si ritiene superiore alle persone stesse che lo circondano. Anche per questo in Kira/Light vede un suo pari, qualcuno che possa metterlo alla prova e con cui possa confrontarsi. Forse è questo il motivo per cui, in un episodio, definirà Light "il sui primo amico" palesando un rapporto amici/nemici tipico di tanta animazione Giapponese.

Tutti gli altri personaggi sono comprimari più o meno importanti, spesso mossi come vere e proprie pedine di una scacchiera: a volte sacrificabili, altre da preservare il più a lungo possibile.


Death Note è un anime adulto, forse il primo esempio di poliziesco sovrannaturale nel mondo dell'animazione giapponese. Una serie cupa, dai tratti gotici ma estremamente razionale nonostante la storia dai connotati fantastici. E' composto da 37 episodi e diviso in due parti, la prima basata su un razionale gioco tra le due menti protagoniste, lenta e inesorabile ma mai noiosa, giocata come un giallo d'altri tempi; la seconda con più azione, più morti ma con meno attenzione alla verosimiglianza dei meccanismi logici, con più personaggi che però appaiono quasi come macchiette, mentre a prendere il sopravvento è la figura di un Kira senza più freni e ormai corrotto dal lato oscuro.

Carica di simbologie cristiane (a partire dalla croce cimbolo dell'anime e del manga), si tinge di sfumature horror e di spruzzate di ironia pronta a smorzare i momenti più cupi. Di certo non è una serie facile da seguire e non è mirata ad un pubblico infantile, vuoi per l'argomento, vuoi per la violenza e la complessità di molti passaggi.

I due personaggi principali si contendono inoltre le simpatie del pubblico, nonostante nessuno dei due sia in realtà veramente simpatico: Light è un manipolatore spietato che però suscità curiosità per i metodi sempre più contorti che utilizza per sfuggire e mettere in s(ch)acco il suo nemico, Elle è un personaggio strambo ma terribilmente affascinante, ossessionato dalla vittoria (sempre e comunque) e dai dolci, che adora, ma a volte troppo freddo ed supponente.

SPOILER, se non avete visto la serie volate direttamente a CONCLUSIONI:

Nella seconda parte il personaggio di L, sconfitto da Kira e ucciso (in uno degli episodi più belli dell'intera serie, capace di scatenare lo stupore e le lacrime dello spettatore e caratterizzata da almeno un paio di scene da antologia), viene sostituito da due characters che insieme non valgono nemmeno la metà del mitico investigatore: Mello e Near. Entrambi racchiudono alcune delle caratteristiche del loro predecessore e, insieme, saranno capaci di riuscire nell'intento di fermare Kira. Eppure la vittoria lascia con l'amaro in bocca e il pensiero torna continuamente all'unico, vero L. Lo stesso rapporto Light/Elle è caratterizzato da sfumature ambivalenti, quasi dicotomiche, che si perdono poi nel vuoto di una seconda parte bella ma nemmeno lontanamente all'altezza della prima.


CONCLUSIONI: Death Note è un anime diverso, che colpisce lo spettatore tra sorrisi e lacrime, lasciandolo incredulo e incazzato, entusiasta e sconvolto. Difficile prevedere il finale, tra l'altro cupo come non mai, difficile non lasciarsi affascinare dai personaggi, Elle in primis. 
A renderlo ancora più imperdibile ci pensano poi i bellissimi disegni, in grado di trasmettere la psicologia dei characters con tocchi di colore o di cupa oscurità. Il mondo degli shinigami è perfettamente reso attraverso tocchi di grottesco scaturiti dalla matita dell'autore. 
La musica, infine, fa da cornice: una colonna sonora bellissima a partire dalle due sigle, di apertura e chiusura. 

Non l'avete mai visto? Credo sia arrivato il momento di rimediare. L'avete visto? Allora sapete già di cosa sto parlando. Tutto il resto è noia.


Commenti

  1. L'anime non l'ho visto (ultimamente preferisco non guardarli, trovo che il tratto di tutti sia estremanete piatto e che non rendano nemmeno la metà delle opere cartacee...) ma ho letto tutto il meraviglioso manga, uno dei più belli in epoca recente.

    Cervellotico, poco sensazionalista, lento, riflessivo, popolato da personaggi a tutto tondo (nel manga anche Mello e Near sono ben delineati e validissimi, anche se Elle è un'altra cosa!!)e con parecchie sequenze da brividi



    SPOILER



    (la mia preferita è quella in cui Light confessa a Naomi Misora di essere lui Kira, un secondo prima che lei, grazie al potere del Death Note, decida di lasciare perdere tutto e pensare solo a suicidarsi)




    FINE SPOILER







    lo consiglio spassionatamente. E vorrei vedere i live action ora, tra l'altro uno è stato diretto nientemeno che da Hideo Nakata.
    Forse darò anche uno sguardo all'anime dopo la tua recensione!


    Saluti!

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  2. Non ho letto il manga (stranamente, perchè ne leggo abbastanza) ma credo sia migliore (come quasi sempre le opere originali). Anche il finale credo sia diverso. Comunque si tratta sempre di un prodotto sopra la media, mentre i LA ho sentito siano bruttini (ma non gli ho visti, quindi il dubbio rimane). Io ti consiglio di vederla la serie, alcuni passaggi sono resi benissimo.

    Grazie per il commento, un saluto.

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  3. Una serie molto interessante e accattivante. orginale l'idea che c'è alla base

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  4. In effetti è originale e cattivissima. Peccato che il livello della prima parte sia troppo alto per essere raggiunto dalla seconda.

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  5. bell'anime!L'ho apprezzato molto! E apprezzo molto un idea che secondo me è altrettanto geniale e che consiglio: Jigoku Shojo! ;)

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  6. Non lo conosco ma lo vedrò al più presto se lo consigli tu (questo tuo commento mi era sfuggito).

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