David Bowie Day: Miriam Si Sveglia a Mezzanotte (di Tony Scott, 1983)


La scomparsa di David Bowie, all'inizio di quest'anno (praticamente un mese fa) è stato l'ennesimo colpo di un 2016 iniziato con la classica sfiga nera. E il leggendario David non è l'unica vittima illustre di questa ecatombe. Ma David è David, uno che ha lasciato il segno non solo nel mondo della musica ma anche in quello del cinema, partecipando (anche in piccoli ruoli) a pellicole di un certo livello, a veri e propri cult o - può capitare - a cagate colossali. Per questo la solita cricca di blogger (l'elenco lo trovate a fine post) ha deciso di dedicare al Duca Bianco una giornata tutta per lui, l'occasione per celebrare l'ennesimo mito che ci ha lasciato. 

Sinceramente stavo per abbandonare il progetto. Sono riuscito a partecipare solo all'ultimo minuto. Ci sono tanti motivi, motivi che tra le altre cose mi hanno tenuto lontano dal blog. Motivi che mi coinvolgono e che mi hanno reso abbastanza triste, come la perdita di una persona cara. Ma la vita continua, si dice così, e alla fine eccomi qua.
Non mi prodigherò in questo post, mi basta celebrare un'artista che mi ha dato molto e ha arricchito il mio mondo immaginifico. Per farlo ho deciso di parlare di uno dei film che amo di più, non un capolavoro ma un un cult assoluto sui vampiri girato dal compianto Tony Scott, fratellino del più blasonato Redley: sto parlando di Miriam si sveglia a mezzanotte.


Miriam è l'ultima discendente di un'antichissima generazione di vampiri. Il suo secolare amante è John che però, improvvisamente, incomincia ad invecchiare senza spiegazione. Per cercare di salvarlo Miriam si rivolge a Sarah, una famosa dottoressa, che però non può può salvare il suo amato. 

Miriam si sveglia a mezzanotte è il primo film di Tony Scott, pellicola sui vampiri che però trascende i generi: non propriamente un horror, piuttosto una storia melò dalla fotografia patinata e dai toni barocchi con protagonisti non i classici succhiasangue ma esseri altri che mostrano il loro lato più mostruosamente umano. In effetti quello del vampirismo diventa pretesto e la storia di Miriam e John metafora sulla caducità dell'esistenza, sul vuoto interiore che ci fa appassire, sull'amore vero inteso come suadente esplosione dei sensi e vitalità, in contrapposizione alla morte: Eros e Thanatos. Vampiri non vampiri quindi, piuttosto aristocratici viziosi/viziati e pieni di boria intellettuale, al di là del tempo immersi come sono nell'eternità in cui vivono e che li rende distaccati se non distanti, anni luce lontani dal mondo materiale così come lo percepiamo noi esseri umani, intrappolati nella caducità della materia. Ed è proprio questo distacco la vera morte, questa indifferenza che annulla John e che anche Miriam sarà costretta ad affrontare prima di incontrarsi/innamorarsi di Sarah, prima di scoprire che la vita va al di là del vivere eternamente, annoiati e preda dei propri vizi, pulsioni (di morte) e gusti. 


L'incedere di un film come Miriam si sveglia a mezzanotte (tratto dal romanzo omonimo di Whitley Strieber, The Hunger) è lento e, a tratti, insostenibilmente noioso, una ritmo in contrasto con l'estetica videoclippara della pellicola e con una certa dose di violenza. Un film virtualmente diviso in due parti: la prima quasi sardonica, la seconda più raffazzonata ed esagerata. E' ovvio che un Tony Scott alle prime armi avesse difficoltà a gestire un racconto tanto pregno di significati e sfumature (e infatti i film successivi li ha tutti buttati in caciara) ma per quella certa delicatezza/esageratezza e quel modo di trattare i vampiri al di là della classica lettura, data da tanti scrittori/cineasti, è un opera che si lascia ricordare e aggiunge qualcosa in più ad un tema che verrà sfruttato (e svilito) fino al paradosso. E poi le due attrici protagoniste Catherine DeneuveSusan Sarandon reggono la baracca alla perfezione, anche in quelle scene saffiche che hanno fatto storia. O la musica, perché forse parliamo di una tra le più belle colonne sonore tra classica, goth e rock.
E poi... e poi c'è Bowie, che non viene premiato dal minutaggio ma da una prova convincente e completamente in parte. Forse lui era l'unico a poter interpretare John. E anche in questo ruolo David Bowie si fa ricordare, complice quel magnetismo che lo ha aiutato a divenire un grande tra i grandi.


Il Duca Bianco ci mancherà, ma mancano di più le persone che con la loro presenza fisica hanno fatto parte della nostra storia. Quindi la mia non vuole essere una celebrazione ma un omaggio, un piccolo pensiero mentre la mia mente e rivolta ad altro e ad altri. Quindi vi invito a visitare i blog qui sotto, che meglio di me avranno dato il loro saluto a David.

L’uomo che cadde sulla terra (1976) su In Central Perk
The Elephant Man (1980) su The Obsidian Mirror
ChristianeF. (1981) su Mari’s Red Room
Furyo (1983) su White Russian
Tutto in una notte (1985) su Non c’è paragone
Labyrinth (1986) su Director’s Cult
C.R.A.Z.Y (2005) su Pensieri cannibali
The Prestige (2006) sul Bollalmanacco di cinema

Commenti

  1. In bilico tra il trash e il cult, è un film comunque affascinante, anche e soprattutto in virtù dei tre attori protagonisti. D'altronde, raramente ci si sbaglia scegliendo di inserire Bowie nel cast!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per me sta proprio in quell'essere in bilico che il film vince assolutamente.

      Elimina
  2. C'era già tutto Tony Scott, nel bene e nell'incapace, in questo suo esordio.Indimenticabile a tratti e che appare avantissimo visto oggi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' avantissimo, poi nessuno ha parlato dei vampiri in quel modo, e di anni ne sono passati 33

      Elimina
  3. Patinato e videoclipparo come lo solo Tony Scott sapeva fare (ha fatto anche Una vita al massimo, forse il suo miglior film!) E Bowie qua è bellissimo e perfetto per questo ruolo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il migliore non so, tra i migliori sì. Questo invece, per me, rimane il suo più cult

      Elimina
  4. A parte la solita fantasiosa traduzione del titolo la cosa che ricordo di più del film è Peter Murphy dei Bauhaus che canta Bela Lugosi's dead nella gabbia... :)

    RispondiElimina
  5. Ma sai che non l'ho mai visto? Però un pò di paura a recuperarlo ce l'ho. ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, guardalo, fidati. Non so se ti piacerà, ma non ne rimarrai sicuramente deluso

      Elimina
  6. Sono stata molto tentata di accaparrarmi il titolo, forse mi andava meglio, forse (anzi, sicuramente) lo vedrò più avanti!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vedilo Lisa, ti sarebbe andata sicuramente meglio :P

      Elimina
  7. Avrei dovuto recuperarlo anch'io, ma alla fine ho optato per C.R.A.Z.Y. e credo di aver fatto più che bene.
    Questo lo rimando a data da destinarsi, anche perché dicendo che a tratti è insostenibilmente noioso non mi hai invogliato troppo. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Però è dall'indubbio fascino. Bisogna scendere a compromessi con questo film

      Elimina
  8. Mi cospargo il capo di cenere e aggiungo anche questo a quelli che non ho visto. Sembra risparmiabile però...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sembra ma non lo è, fidati che è un cult di quelli che meritano almeno una visione, nonostante tutti i suoi difetti

      Elimina
  9. Oggi sembra quasi strano che questo regista sia lo stesso che ha girato Top Gun e Beverly Hills Cop 2..... ma con quel fenomenale trio di protagonisti questo film non poteva davvero essere diverso.

    RispondiElimina
  10. Mi dispiace per il tuo periodaccio. E anche di non avere visto il film. Ne riparliamo, sto facendo giusto una full immersion di vampiri.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vai tranquilla, questo film di vampiri è imprescindibile ;)

      Elimina
  11. le scene + belle sono i baci lesbo della deneuve.

    RispondiElimina

Posta un commento

Info sulla Privacy